Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Trento, 29 novembre 2007 L'azione politica ed amministrativa dei Verdi è sempre stata improntata al massimo rigore ed alla massima trasparenza e coerenza, ma anche al massimo garantismo e rispetto delle regole per tutti. Per questo il voto del Consiglio comunale di Arco che invita il sindaco Veronesi a revocare le deleghe all'assessore verde Fabrizio Miori (una sorta di sfiducia impropria, posto che la nomina e la revoca degli assessori compete esclusivamente al sindaco), è l'epilogo scontato di una situazione di grave difficoltà nel consiglio comunale di Arco, con la quale i Verdi ed i propri rappresentanti in consiglio ed in giunta c'entrano poco o nulla. Una guerra per bande, con minacce più o meno esplicite e ricatti che nulla hanno a che vedere nemmeno con un corretto esercizio del diritto delle opposizioni di verificare e controllare (ed eventualmente sanzionare) il comportamento della maggioranza. Per capirlo basta leggere la cronaca dei quotidiani locali di questi giorni. L'opposizione, comunque, fa il proprio mestiere, anche se talvolta lo fa male – come è accaduto mercoledì sera ad Arco – quando, in assenza di qualsiasi addebito specifico, costruisce processi da inquisizione, dove l'imputato non è nemmeno in grado di difendersi, posto che nessuna norma ha violato! L'aspetto rilevante per i Verdi di ciò che è successo ad Arco è che – “sfiduciando” impropriamente Fabrizio Miori nel segreto dell'urna – un settore della maggioranza (e del suo stesso partito, La Civica-Margherita) ha in realtà inteso mettere sotto scacco il sindaco Renato Veronesi. Da questo dato politico occorre riprendere il filo – se c'è ancora lana da tessere, come ci auguriamo –, nel tentativo di comprendere e superare positivamente le ragioni di una sfiducia così esplicita e consistente che attraversa la maggioranza. Una sfiducia che si è voluto rendere palese con una imboscata accuratamente preparata nei confronti di un assessore al quale lo stesso sindaco, più volte, ha confermato la propria fiducia, invitando la maggioranza a respingere la mozione dell'opposizione. I Verdi non intendono fare da capro espiatorio di nessuna vendetta o faida interna, con appoggi più o meno trasversali. I Verdi pretendono dagli alleati la stessa chiarezza e la stessa lealtà che hanno sempre manifestato nei loro confronti. Sono indisponibili a soluzioni che non siano coerenti con il voto espresso dagli elettori di Arco nel 2005, un voto che ha scelto un sindaco, una maggioranza ed un programma di legislatura. Si apre dunque ora una fase di confronto prima di tutto fra le forze politiche di maggioranza ed il sindaco Veronesi. Occorre capire se il voto di ieri possa essere archiviato come uno sgradevole incidente di percorso privo di ulteriori conseguenze politiche oppure se sia la manifestazione evidente di un disagio più profondo. In quest'ultimo malaugurato caso le conseguenze per tutti sarebbero ovvie, anche se gravissime e non certo auspicabili. Il senso di responsabilità impone ai Verdi, ancora una volta, di ricordare a tutti i propri alleati che gli elettori hanno sempre premiato il centrosinistra autonomista quando si è presentato unito e coeso, nel fecondo pluralismo delle diverse appartenenze, mentre lo hanno punito quando sulla coerenza e solidarietà politica sono prevalse faide interne e personalismi. E' successo solo pochi giorni fa anche ad Avio, ma la lista dei comuni trentini persi per questi motivi dalla coalizione del centrosinistra autonomista è ormai lunga e preoccupante. Sarebbe paradossale che proprio nel momento di maggior difficoltà dell'opposizione – proprio mercoledì sono state rese pubbliche le dimissioni del candidato sindaco concorrente e sconfitto da Veronesi nel 2005 – la maggioranza dovesse implodere provocando così in modo irresponsabile lo scioglimento del Consiglio comunale di Arco. Marco Boato
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MARCO BOATO |
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